...CIBO...

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lunedì 28 gennaio 2013

...UN PO' PIRATA E UN PO' VICHINGA...

Si lo so come quasi sempre il titolo non c'azzecca niente col post...Sarà un altro blocco, che ne so? Tanto li colleziono...uno in più, uno in meno non fa differenza.

Colgo l'occasione di ringraziare Giorgia per il "pidieffone" del suo romanzo che mi ha gentilmente regalato anche se non avevo vinto...non realmente almeno :D
Prometto che lo leggerò, lentamente come solo io sono capace di leggere, ma lo leggerò tutto!!! U.U

Colgo anche l'occasione di dire che non ho ancora capito se si può taggare la gente di altri blog nei post e se si può ne approfitto per chiedere come si fa...
Non so se vi ho mai detto che io e i computer non andiamo molto d'accordo....
Non ve l'ho detto???
Beh, è così comunque.
I computer mi vanno a genio solo per navigare in internet...
Per il resto non so farci quasi niente....e quello che so fare generalmente lo detesto.
Ad esempio detesto scrivere al computer...è freddo e impersonale.
Amo scrivere a mano, ma pare sia superato....quindi mi accontenterei volentieri di una macchina da scrivere se solo ne avessi una.
Siccome non ho la macchina da scrivere stile "Signora in Giallo" sembra proprio che io debba usare il maledetto aggeggio.
Una cosa che proprio non riesco a mandare giù, però, sono i programmi grafici come Photoshop...
O meglio, mi spiego, non è che non mi piacciono quei programmi...sono anche fighi per fare qualche cazzatina così per divertirsi.
Quello che non sopporto è che per essere presa in considerazione come illustratrice o come stilista (inteso come disegnatrice di moda) devi sapere usare questi stramaledetti programmi grafici.
Ora...va bene tutto, cari miei....ma davvero volete dare più valore ad un disegno, un'illustrazione, una riproduzione dal vero fatta da un computer facendo qualche taglio qua e là, qualche magia digitale (non metto in dubbio che ci voglia destrezza anche per fare questo! Non fraintendetemi...) che alle stesse cose fatte da me con le mie sante mani???
Volete davvero dirmi che rimanete più colpiti e soddisfatti da un tessuto fotografato, rimpicciolito, ritagliato e incollato su un figurino standardizzato al computer che dallo stesso tessuto meticolosamente copiato dal vero (che sembra una fotografia da tanto è fedele alla realtà) e disegnato per un figurino unico, irripetibile ed espressivo tutto fatto da un essere umano???
Insomma un computer è un computer...bisogna essere bravi ad usarlo, ma resta comunque un di più che è altro da me essere umano pensante e dotato di un'anima.
Le mie mani sono solo mie e di nessun altro.
Quello che faccio io con le mie mani sarà sempre diverso da quello che fanno le mani di chiunque altro.
Le mie mani sono sole e da sole, senza aiuti, creano opere d'arte che un computer non potrebbe immaginare.
Le mie mani hanno un'anima....oltre ai calli dove poggiano sempre penne, matite e qual si voglia altro utensile e hanno imparato ad esprimere i mie pensieri quando ancora non sapevo formularli in altro modo.
Le mie mani me le ha donate qualcuno...
Insomma tutti i computer, con un programma che glielo consenta, sono in grado di fare e modificare foto e disegni, ma non tutte le mani sono n grado di fare quello che fanno le mie.
Nonostante questo pare che le mie mani non abbiano nessun valore in quest'epoca di "imbarbarimento" come ha detto Branduardi in un'intervista. Ed era veramente schifato!
Lo capisco...ormai il bello e l'arte sono finiti. Esiste soltanto la tecnologia e per essere artisti non servono più delle doti innate.
Serve soltanto imparare ad usare bene un computer e i suoi programmi.
Sono depressa ora....già... U.U
Morbidi.

domenica 27 gennaio 2013

Il nostro lasciapassare per il futuro

"Il loro mondo stava svanendo. 
Barcolliamo su confini visti e non visti. Siamo decimati, eppure insolenti. Abbiamo perso il senso del tempo. Un movimento infinito, interrotto soltanto dalla sua tediosa assenza: lo shock del riposo (..). In quel momento, mentre il crepuscolo scivola su di noi, nessuno si muove. Increduli che un altro giorno sia trascorso e che la vita non ci abbia ancora abbandonato.
Di notte si era aggirato per il campo dei fuggiaschi, vagando fra tende cenciose, tendoni e carri coperti, gli occhi registravano ciò che vedevano con ostinato distacco.
Lo storico, ora testimone, che arranca nell'illusione della sopravvivenza. Una sopravvivenza sufficientemente lunga da permettergli di annotare i dettagli, nella fragile convinzione che quella verità sia una causa meritevole. Che il racconto diverrà una lezione degna di nota. Fragile convinzione? Menzogna bella e buona, un'illusione della peggior specie. La lezione della storia è che nessuno impara. 

[...]

La paura di Duiker su ciò a cui stavano andando incontro si era diffusa in lui come un'infezione. I suoi pensieri erano come febbricitanti, giravano vorticosamente intorno ad un irrazionale terrore di... di conoscenza. Dei dettagli che ricordano l'umanità. I nomi per i volti sono come serpenti accoppiati, che costituiscono una terribile minaccia per il loro morso micidiale. Non prenderò mai più in mano la Lista dei Caduti, perchè soltanto ora mi rendo conto che il soldato ignoto è una benedizione. Il soldato con un nome - morto, cenere alla cenere - esige una risposta dai vivi... una risposta che nessuno può dare. I nomi non arrecano conforto, sono una chiamata a cui rispondere l'irrefutabile. Perchè è morta lei, e non lui? Perchè i sopravvissuti restano anonimi - come se fossero maledetti - mentre i morti vengono onorati? (...)
Non nominare nessuno dei caduti, perchè sono al nostro posto e sono là, immobili e silenziosi, in ogni istante della nostra vita."

Dannazione. Sono davvero contentissima di non essere più in un ambiente scolastico in cui si è obbligati a ricordare e rispettare questa giornata. A partecipare a concerti o prender parte a concorsi che, in definitiva, nemmeno ti interessano. Alt, non voglio vedere ebrei e omosessuali stesi in fosse comuni, credo ci siano cose ben peggiori al mondo che credere in un dio piuttosto che in un altro (o non crederci affatto), o avere un determinato orientamento sessuale. Ed è ovvio che mi dispiace per ciò che accadde, tuttavia posso solo prendere atto degli eventi passati. Da che siamo bambini ci fanno una testa tanta con l'olocausto. Come se fosse l'unico sterminio nella storia dell'umanità. Io non dico che non si debba ricordare: amo la Storia e l'uomo, conoscendo il nostro passato abbiamo un'idea più chiara del presente in cui ci troviamo. Non voglio cancellare niente (ho già parecchi problemi di memoria.. mi bastano e avanzano quelli!), ma si tratta di dare il giusto peso alle cose (e, soprattutto, di ragionare). Era la quinta elementare. Torno a casa dopo una portentosa lezione di storia e ne parlo con mia madre, ripetendo le parole così convincenti della mia maestra. In soldoni, esaltavo il comunismo mentre dipingevo come incarnazione stessa del demonio Hitler e Mussolini. Mia madre (che ha il carattere di Morbidi e uno spassionato amore per la verità, che grazie a non so quale dio mi ha trasmesso) mi ferma. "Non è vero, prendi il libro di storia e leggi bene entrambi. Poi dimmi che differenza c'è" (in quanto a brutalità e mezzi). La piccola Elefanti Tristi corre in camera, apre la cartella e si getta a capofitto in quella lettura. Dopo un poco torna dalla madre. "Mamma, hai ragione tu, non ci sono differenze..".

Ho un cugino che ha passato l'ultimo anno tra le vette inospitali del Perù (3000-5000 metri d'altitudine) nel tentativo (assieme ad altri colleghi) di ricostruire la memoria storica di un popolo "di poco conto", di delineare gli ultimi anni di vita di quei villaggi rasi al suolo venti, trent'anni fa da un regime dispotico che li ha derubati della loro unica ricchezza: la conoscenza.
Ho conosciuto ragazze e ragazzi coreani che, a dispetto di quanto creda il mondo intero, sostengono (dolore negli occhi) che le guerre coreane (a cui gli occidentali hanno saggiamente posto una data d'inizio ed una di fine) si concluderanno solamente quando la Corea tornerà ad essere uno stato unico. 
  Ecco, mentre ricordiamo i morti nell'olocausto europeo, pensiamo per un istante a tutti i Nord Coreani che ogni giorno tentano di fuggire da un regime socialista che li ammazza al confine con la Cina, a questa gente che nel 2013 non ha contatti con il mondo esterno, convintissima che il loro governatore si prenda cura di loro mentre li fa morire di stenti e cancella le loro memorie facendo loro credere che nel resto del mondo si stia persino peggio.. Ricordiamo gli Armeni e i Ceceni, gli Indiani d'America, i Neri schiavizzati al tempo del Colonialismo. Ricordiamo Lenin e Stalin e come trasformarono la rivoluzione del proletariato in un nuovo sistema volto ad annientare il singolo. 
E chissà quanti altri ancora che mi sfuggono (i Balcani?)(le innumerevoli guerre?).


Amo la Storia perchè è tutto ciò che abbiamo. Il nostro lasciapassare per il futuro. La nostra carta d'identità. Salvaguardiamola. Insieme ai raggi del sole, all'ossigeno che ci innonda le arterie, all'acqua che ci disseta ed al cibo, essa ci tiene in vita. Ci dona un posto, un dove, un come, un quando, un perchè. Prendiamo un libro di storia e spegniamo la televisione. Prendiamone più d'uno per sentire campane e punti di vista diversi, non accontentiamoci mai di un unico colore, perchè quel che conta davvero è capire, comprendere, non puntare l'indice verso qualcuno, non cercare un colpevole. Conosciamo gli orrori del passato, analizziamoli e raccontiamoli  oggettivamente. Perchè a volte trovare il colpevole non basta. A parer mio, è inutile. L'unica cosa davvero vitale è capire come ci si è arrivati ed evitare che situazioni simili (le innumerevoli azioni che colmano e fanno traboccare il vaso, non il vaso stesso che senza di esse nemmeno esisterebbe) si ripresentino.

Accendiamo un lumino che ci ricordi tutte le atrocità del mondo. Senza mai perdere la speranza nella Storia (e, quindi, nell'uomo).

Elefanti Tristi

mercoledì 23 gennaio 2013

Un piattino da caffè

In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di vero.

Sì, la migliore offerta.
Non parlerò del film, perchè non ce n'è bisogno: è una storia verosimile e disarmante. Esci dalla sala con l'amaro in bocca, ma solo perchè ti rendi conto che quel mondo (ohibò) è anche il tuo. Ma questo già lo sapevi, una scrollata di spalle basterà a tenere lontani i cattivi pensieri. Fino alla prossima bruttura, almeno.

Era Aprile, una piovosa sera di fine Aprile. Camminavamo da ore, chiacchiere continue allietavano il ticchettio sordo dei nostri passi tra le vie bagnate. Alla nostra sinistra notiamo d'un tratto un negozio che vende pezzi d'arredamento particolari. Due paia d'occhi identici vengono catturati da delle poltrone a sacco dalle più svariate forme e dimensioni, seguono un'infinità di commenti. Attraversiamo la strada e solo allora notiamo un piccolo ristorantino, i muri dipinti di un giallo abbastanza acceso su cui si arrampicano mattoni arancio, tavoli e sedie in legno scuro, una carriola all'ingresso. Sbirciamo incuriositi per qualche secondo, dopo di che apre la porta convinto. Entriamo.
Mangiamo senza mai smettere di parlare. Sorrido, un sorriso felice e felicemente perso tra il giallo delle pareti, tra le curiose paccottiglie che fanno capolino dalle mensole. Noto i bicchieri di terra cotta e la bellissima brocca dell'acqua, di terra cotta anch'essa. Mi rubano il cuore. "Posso portar via la brocca?", chiedo ridendo, ma qualcosa nel mio sgardo deve avermi tradita.
I piatti sono vuoti ormai da un'ora quando decidiamo che forse è il caso di andarcene, siamo rimasti solo noi.
"Vado a pagare, torno subito". Le ultime parole famose. Mezz'ora dopo mi chiedo se sia il caso di andarlo a recuperare. O di andarmene. Stavo soppesando le due opzioni quando torna.
"Ho sfoderato tutte le mie armi migliori, lo stavo supplicando praticamente alla fine..la brocca non ce la possono dare perchè ne hanno già rotte tante e le fanno fare da un posto a Firenze..", strabuzzo gli occhi incredula. Oddio, mi aveva presa sul serio. "Però ci hanno lasciato questo piattino.."

Un piattino da caffè accanto al computer. Sopra sono riposte due bustine di zucchero, il biglietto di una mostra, due biglietti da visita, una manciata di sassi.

In ogni falso c'è sempre qualcosa di vero. Sarà, ma per me è no.

Elefanti Tristi

martedì 22 gennaio 2013

...QUANDO RIPENSARE A CERTE COSE TI AVVELENA LA GIORNATA...

Vi capita mai d'essere in bagno ad asciugarvi i capelli e, non sapendo che altro fare, cominciate a riesumare pensieri e avvenimenti remoti ai quali non pensereste mai se non proprio perché vi state annoiando a morte?
Beh, a me capita sempre e quasi sempre ne esco con il fegato marcio.
Oggi, così dal nulla, mi è tornato in mente il mio esame di maturità.
Siccome facevo pena in matematica avevo puntato tutto sulle altre materie, quelle in cui riuscivo bene e senza problemi se mi ci mettevo seriamente.
In particolare avevo puntato tutto sul tema di italiano perché sapevo essere la cosa che meglio mi riusciva, senza sforzo senza malavoglia.
Lo sapevano tutti che a Elefanti Tristi e a me, in campo di scrittura a scuola, non ci batteva nessuno.
Lo sapevamo anche io e lei.
Il problema è che in quei casi calcoli tutto senza tenere conto di alcuni fattori non poco importanti: gli imprevisti.
Non pensi che potresti agitarti e andare nel panico nel momento sbagliato, non pensi che potrebbe venirti un dubbio atroce di quelli che non ti ricordi più nemmeno il nome della via in cui abiti anche se lo sai da sempre e lo dici tutti i santi giorni, non pensi che potresti avere sfiga e potrebbero capitarti delle tracce di merda, non pensi che quel tuo compagno che in genere ha sempre scritto poco meglio di una proscimmia potrebbe aver avuto il culo di ritrovarcisi a meraviglia con una traccia che faceva schifo, non pensi che i sei miliardi di pensieri che affollano la tua mente sotto stress in quel esatto momento ti potrebbero creare un blocco di idee...
Insomma non pensi e basta.
Ed è così che va per tutti...ognuno avrà fatto i suoi calcoli, le sue stime e le sue cazzate, ognuno puntando sul proprio cavallo di battaglia.
Quello che non capisci al momento è che chiaramente sono tutti cavalli zoppi dal principio perché sei un ragazzo o una ragazza di 18/19 anni che per un anno intero si è sentito/a pronosticare da chicchessia una fine orrenda, un esame paragonabile all'avvento dell'apocalisse, commissari esterni vestiti di nero e provvisti di falce...tristi mietitori in cerca delle nostre anime perdute di mediocri studentelli senza spina dorsale.
E invece non è così.
No.
L'esame è una cazzata. Riesci ad intuirlo, ma è troppo tardi per placare l'inevitabile paranoia.
I commissari esterni sono dei ciarlatani che della loro presunta materia ne sanno meno di te e proprio per questo motivo ti mettono in difficoltà con domande alle quali sarebbe impossibile per chiunque trovare una risposta.
Soprattutto se ti fanno una domanda riguardante un dato filosofo confondendolo EVIDENTEMENTE per un altro. (-__________-')
Già a questo punto comincia a venirti un po' di nervoso, ma lasci passare perché sei sotto esame e il coltello dalla parte del manico ce l'hanno loro.
Poi, però, ti riconsegnano gli scritti e  realizzi che il tuo cavallo zoppo è morto e sepolto.
Nella TUA materia forte hai preso un punteggio decisamente al di sotto della tua media (che di solito è il massimo o quasi) tutto perché il commissario esterno di italiano ritiene che tu non abba fornito una spiegazione del perché credi che esistano altre forme di vita nell'universo.
Beh, certo....di fatti non ho fornito una spiegazione...ne ho fornite almeno 10 diverse!!!! 10 punti a favore della mia tesi e lui non ha intravisto una mia spiegazione.
Ora sei già nella fase tic nervoso dell'occhio, ma a darti il colpo di grazia è sapere che altri tuoi compagni che l'italiano e la scrittura non sapeva nemmeno dove stessero di casa hanno avuto un voto ben più alto del tuo.
Insomma...questo è il mio esempio, ma è andata così a tutti in un modo o nell'altro.
Il fatto è che ti fanno fare questa cosa chiamata "maturità" e questo già fa presupporre che questo esame debba valutare la tua maturità per l'appunto.
Ovviamente sappiamo tutti che non è così, non valuta un bel niente perché le persone che stanno li davanti a te con l'intento di giudicarti (neanche fossero Dio) in realtà non giudicano te, giudicano soltanto se hai o non hai studiato.
Tra l'altro possono capire soltanto se hai o non hai studiato in occasione dell'esame, ma del resto dei 5 anni di liceo non sanno niente...insomma potresti essere una capra oppure un genio, ma loro non lo sapranno mai.
Proprio per questo motivo mi chiedo perché io devo avere un foglio di carta che attesta il fatto che Valeria Carnevali è un mediocre 73 su 100.
Perché devo avercelo scritto sul mio curriculum vitae quel dannato, misero 73???
Insomma non vale molto e non importa pressoché nulla a nessuno, ma resta il fatto che quando qualcuno te lo chiede o lo legge sul tuo CV vede e immagina solo e soltanto un mediocre 73.
Non importa se quel 73 NON sei tu e non ti rispecchia. Resta il fatto che te lo hanno affibbiato, e lo hanno appeso addosso come un'etichetta.
Tu sei un 73 mentre quello la è un 87 quindi quello la è migliore di te.
Nessuno pensa mai al fatto che un 73 potrebbe essere un 100 nella vita reale.
Nessuno pensa mai al fatto che un 87 potrebbe essere un 60 nella vita reale.
Tutto perché non si fanno i calcoli giusti, tutto perché non si pensa che siamo esseri umani.
Ogni volta che ci ripenso il mio livello di malignità raggiunge picchi invidiabili.

Non importa....ormai sono passati tipo 3 anni da quel resoconto....in genere me lo dimentico e vivo in pace.
A volte, però, ritorno ancora la davanti ai tabelloni incazzata come una biscia insieme a Riccardo e nessuno che capisce perché mai quel 73 ci disturbi tanto (la storia della mia vita -__-').
Forse perché a nessuno piace passare la propria vita ad essere classificato come "mediocre" da incompetenti frustrati che non hanno mai fatto lo sforzo di vedere al di là del numerino segnato sul registro.

Morbidi.


Sole e giallo


Prendere il treno. Sempre il solito treno che proprio non riesce ad arrivare in orario. Partire da una Monza un po’ spenta (ma è la stagione) e finire in una Milano immersa nella nebbia. Una coltre bianca, talmente fitta e spessa da annullare qualsiasi istinto vitale. Una parte di me vorrebbe poter lanciare coriandoli esplosivi tutt’intorno, dare un po’ di colore a questo grigiume denso, stanco, claustrofobico. Vorrebbe poter sparare proiettili colorati sulle mura deturpate di quella piccola stazione dimenticata. Vorrebbe obbligare i pendolari a indossare abiti un po’ più vivaci e vivi, vietando il nero e il grigio: a quello già ci pensano il cielo e l’asfalto. Si farebbe portavoce del Giallo, del Rosso, del Blu, del Verde e di ogni loro sfumatura, della loro salvaguardia. Ma ormai è solo una piccola vocina flebile, rassegnata alle strade piatte e al tempo da suicidio che imperversa tra Gennaio e Aprile. Scendo allora dal treno, fuggo in tutta fretta da quel binario deserto senza guardarmi troppo in giro, tentando di pensare ad altro. A Lisbona e ai suoi piccoli tram gialli, ad esempio. Ci pensa un cartello pubblicitario a riportarmi bruscamente al momento presente. Non per ciò che vi è scritto sopra, assolutamente. Qualche genio (dopo aver fatto ri-piastrellare un vialetto in un parco giochi tetro e desolato come pochi (scorciatoia per raggiungere quel blocco di cemento che è la mia università) per collegarlo con la strada) ha ben pensato di chiuderne l’accesso piazzandoci davanti una decina di utilissimi cartelli pubblicitari. In effetti mancavano proprio, erano gli unici tre metri vuoti. Sì, stonavano proprio. Una ventina di centimetri scarsa divide quella fila di nuovi arrivati dal muro del cantiere IULM li accanto. Tutto sommato ci si passa. Slalom mattutino, che gioia.
Finalmente arrivo in università. Rivedere due facce familiari mi fa dimenticare per un istante dove mi trovo. Chiara e Veronica. Saliamo le scale, si vogliono esercitare in aula d’informatica. Due ore dopo stiamo ridendo, nulla di fatto. A parte il tentare di colorare i muri e le scrivanie con parole calde, allegre, accoglienti. È l’ultimo anno di università, tra Luglio e Novembre ci laureeremo tutti. “Dopo?”, la fatidica domanda che aleggia sui volti di molti, sul mio. In dubbio se seguire la ragione, quel che ci si aspetta che tu faccia, quello che dovresti fare se davvero ti piacesse quello che hai studiato sin’ora, o se mandare tutto e tutti a quel paese perché sei finita a fare qualcosa che ti fa venire l’orticaria e l’acidità di stomaco, perché adesso arrivi te, con il tuo sogno che non è mai cambiato, in cui prima non riponevi alcuna speranza, di cui ora senti più che mai il bisogno. Ovviamente so già cosa farò. Perché c’è bisogno di colore. Di colori. Di camminare “a caso”, di parlare a ruota libera. Di riempire i polmoni d’aria diversa e identica. Di alberi, di acqua, di maree..



Elefanti Tristi



P.s.“ In chi si trova davanti alla costa, dalla miriade di verità non scritte che affollavano l’anima dei mortali emergeva la consapevolezza di cosa significava stare sul margine della terra, lo sguardo rivolto all’insondabile ignoto che era il mare. La sabbia e le pietre che cedevano sotto i piedi mormoravano incertezza, sommesse promesse di erosione e dissoluzione di ogni cosa un tempo solida.
  Nel mondo si raccoglievano tutti i simboli manifesti delle caratteristiche  dell’animo umano, e nel dialogo che ne seguiva si trovavano tutti i significati , tutti i colori e tutti i sapori, che si legavano innumerevoli davanti agli occhi. Lasciando al testimone le decisione di scegliere l’ammissione o la negazione.
  Udinaas sedeva su un tronco d’albero semisepolto nella sabbia; l’acqua gli lambiva i mocassini. Non era cieco, e non poteva negare. Vedeva il mare per quello che era, la memoria dissolta del passato riflessa nel presente, e terreno fertile per il futuro: il volto stesso del tempo. Vedeva le maree nel loro sussurro immutabile, il flusso simile a sangue proveniente dal freddo cuore della luna, un pulsare del tempo misurato e misurabile. Le maree, non si poteva sperare di trattenerle.”  
(Maree di Mezzanotte – traduzione di Chiara Arnone e Lucia Panelli)

...PREMI * E POI SBLOCCA...

Basta!!!! E' chiaro che devo riprendere a scrivere!!! No...non qui sul blog...qui già ci scrivo...parlo dei libri.
Quelle cose di carta, no?
Devo superare il blocco e devo farlo ORA!
Quale blocco??? Ne ho mille....tutti quelli possibili io ce li ho....
Si lo so, ma parlo del famosissimo e fottutamente verissimo blocco dello scrittore.
Meglio conosciuto, nel mio specifico caso, come blocco del non scrittore perché. parlandoci chiaramente, io non sono un cazzo di nessuno...
Scrivo da una vita, ma questo non fa di me una scrittrice.
Non fino a quando non avrò almeno un libro pubblicato e almeno un lettore.
Comunque sia, come già accennavo qualche post fa, io ho il brutto vizio di cominciare racconti, storielle, fabie, romanzi e quant'altro per poi piantarli a metà.
Non perché non so come continuare, No!!! Io ho tutte le storie fatte e finite nella mia testa, ho anche la colonna sonora!
Lascio tutto a metà perché proprio a metà di un lavoro mi viene in mente una storia nuova.
Nuovi mondi mi chiamano per essere esplorati, nuove avventure fremono per essere vissute, nuovi personaggi necessitano qualcuno che indichi loro la via.
Come ignorare tutto ciò???
Così mi metto li e comincio a scrivere l'ennesima storia, tutta di getto col cuore che mi esplode nel petto e le mani che si muovono come avessero vita propria.
Ogni volta mi riprometto che questo nuovo progetto lo porterò a termine e poi finirò gli altri, ma non succede mai...
Se il mondo così come lo conosciamo finisse domani e le generazioni future incrociate coi ratti trovassero i miei scritti cosa penserebbero di me???
Quali strane conclusioni inesatte e detestabilmente arbitrarie trarrebbero i futuri storici, archeologi o critici di 'sto cazzo?
E che diavolo di film mentali mi sto facendo io adesso???
Boh però ora mi è tornata la voglia...forse perché si è innescata una catena di "sbloccaggio"...
Prima le prove col nuovo gruppo, poi i curriculum inviati (ai quali nessuno ha risposto) e ora anche i libri...
Se è così spero tanto si sblocchi anche l'applicazione: automobile e guida senza paura.
Fatto sta che la piratessa che è in me all'improvviso ha ritrovato la motivazione, il mare inquieto la richiama a sé.
E' tempo di levare l'ancora e spiegare le vele...
"Abbiamo una rotta!". (cit.) <--------- Elefanti Tristi you know ;P

Morbidi.


P.S. se ve lo stavate chiedendo...No. Quando scrivo sul serio non scrivo così da schifo, non faccio un uso così smodato e scellerato dei puntini di sospensione e non uso un linguaggio scurrile...a meno che non me lo chieda uno dei personaggi s'intende.


Vi lascio con la sigla iniziale dei miei amati MUPPET...sull'isola del tesoro che direi si addice :)


                                       

domenica 20 gennaio 2013

scocciature familiari

Me ne stavo lì, apatica e stanca, su quel divano rosso che abbiamo in soggiorno.
Entra mio padre.
"Sta cambiando tutto per le patenti: adesso le hanno divise in B1, B2, ecc.", mi guarda (e già mi sale il nervoso), "Se avessi fatto subito la patente!".
Qualche secondo dopo mia madre ci mette del suo: "Certo che sei proprio un'egoista! E te l'avrò già detto! Se qualcuno sta male senza patente non lo puoi portare in ospedale!".
La guardo per qualche istante mentre stira una camicia e borbotta qualcosa sottovoce.
"No, non me l'avevi ancora detta questa. Mi mancava."

Adesso, posso capire che la patente sia utile (magari non solo per portare qualcuno in ospedale, dato che non sono un'ambulanza e non conosco nessuno che soffre di attacchi strani (e odio gli ospedali, quindi ci porterei qualcuno solo se fosse in punto di morte)) e che in questa maledetta pianura sia il mezzo di trasporto più comodo e veloce (dato che i treni sono un incubo e i bus.. poco meglio).. e che a 21 anni probabilmente ci si aspetta che tutti siano già in grado di guidare. Ma onestamente preferisco la bicicletta. Sì, è vero, è un problema quando piove, ma ci sono sempre quei due arti che comunemente chiamiamo gambe. E i piedi alle estremità. E quegli aggeggi, i così detti ombrelli. Ovvio che farò questa stramaledetta patente entro l'anno, non fosse che per la civile convivenza tra queste quattro mura, ma spero davvero di sparire abbastanza alla svelta. Di finire in un paese più civile, o semplicemente di trasferirmi in una città dove si può vivere anche senza dover prendere una macchina ogni tre per due.  

Sfogata. 
Elefanti Tristi

giovedì 17 gennaio 2013

Mi venne un'idea, poi la persi

Verso le 19.00 torna a casa mia madre e, non so come, finiamo a parlare di libri. In realtà mia madre non legge mai, non perchè sia analfabeta o perchè detesti qualsiasi scritto/scrittore, più banalmente non ha un minuto di tempo da dedicare alla lettura. Io non leggo più come prima (tra l'università, i piccoli viaggi e tutto il resto.. a volte è più comodo perdere tempo senza far funzionare il cervello, ecco tutto), ma da Settembre ho ripreso in mano i libri di quell'autore che non nominerò più. E ora sono al quarto. Lentina la ragazza! Beh, sì, ma con l'obbligo di frequenza e la "migliore amica" [mi batterò fino allo stremo delle forze per l'insensatezza di questa parola e per la sua abolizione, tuttavia rende l'idea..] a Madrid, che quando torna mi rapisce per tre-quattro giorni.. non è così semplice ritagliarsi del tempo. Va da sè, quindi, che il discorso sui libri sarà durato un pugno di secondi (storie di gente che si impegna a non scrivere "una manciata" ma che ci ricasca banalmente utilizzando un sinonimo). Non so come, siamo finite a parlare dello studio. Grazie al cielo non di quello universitario (DANNAZIONE), bensì delle superiori. Morbidi, a volte non ti mancano? Quando ci ripenso mi sembra che siano trascorse ere dall'ultimo anno. Oddio, non vorrei rincontrare certa gente nemmeno per sbaglio, neanche in coda al supermercato o alla festa di arrivederci di qualcun'altro. Eppure la maturità la rifarei, il periodo prima degli esami è stato qualcosa di fantastico.  A quanto pare, sono stata una delle poche a non essersi disperata con il sopraggiungere della fatidica data (solamente perchè non avevo capito cosa mi aspettasse, non per altro). 

In tutto ciò mi sono persa. Sicuramente non volevo arrivare a dire che il tempo passa troppo velocemente tanto che non riesco a stargli dietro, dato che la cosa mi angoscia parecchio. Davvero. Non volevo nemmeno scrivere che mi manca il mio "posto-casa" (come suggeriva Irene), cosa che sarei finita col fare se avessi continuato a parlare della maturità [perchè all'epoca (e tutt'ora) sapevo solo due cose di Montale (ed ero quindi tutta incrociata sperando che il membro esterno di italiano non mi domandasse alcunchè): che aveva scritto una poesia chiamata "I Limoni" e che era ligure. A quel punto, se malauguratamente il professore mi avesse chiesto proprio questo autore, avrei iniziato a raccontargli delle vacanze in Liguria da li ad una settimana.]. 

 Al Porto Antico (il Bigo)
    Porta Soprana
 Palazzo Reale
Chiesa di Santo Stefano


Ho preferito cedere la parola alle foto di una giornata di sole (per me rarissima)..
Elefanti Tristi

mercoledì 16 gennaio 2013

tra un appunto e l'altro

Mentre dovrei studiare mi torna in mente una piccola traduzione, un'intervista ad uno scrittore che adoro (perchè condividiamo la passione per la Storia, la Storia come vicenda umana, come l'unica e strabiliante vicenda realmente accaduta che ci rende (nostro malgrado) ciò che siamo. Composta da molteplici aspetti, da innumerevoli personaggi che, presi singolarmente, potrebbero persino sembrarci inutili e irrilevanti..). Si tratta di Steven Erikson (qui Morbidi mi prenderà a pugni..), archeologo, antropologo e autore fantasy pressochè sconosciuto. Non so bene nemmeno io come feci a scoprirlo circa 8 anni fa. Ero in libreria, la solita piccola libreria confortevole e accogliente, alla ricerca di un libro qualunque. Beh, non proprio: all'epoca leggevo solo fantasy. Alla ricerca di un fantasy qualunque, quindi. Ed eccolo li, in mezzo a tutti gli altri. I Giardini della Luna. Lessi la trama e non ci capii una virgola.
Lo comprai.
Benedico la mia assenza di logica :) è qualcosa di stupefacente, ma eviterò di parlarne oltre, è una promessa! Solo, come stavo dicendo, mi sono ritrovata a rileggere alcune righe..

"Crede che sia possibile scrivere nuove storie (di fantasia) prendendo spunto dal nostro passato, dalla storia?
Da un certo punto di vista è essenziale: a ben vedere, il futuro ci è sconosciuto, il presente è quasi totalmente insensato. Ad entrambi, presente e futuro, solo il passato è in grado di offrire un contesto verosimile, plausibile. Se estrapolata dal suo contesto, la condizione umana è inspiegabile, inesplorabile, incomprensibile.

Ma c’è un’altra risposta che va ben oltre la domanda per quanto riguarda il fantasy epico ed il suo rapporto con il mondo reale (lo si trova anche in altri generi letterari, ad esempio nella letteratura storica). Sia che ne sia conscio o meno, ogni autore di libri fantasy è alle prese con un dialogo con il mondo reale e dato che il mondo reale cambia, muterà anche la natura di questo dialogo. Scavando nella storia del genere non è difficile notare come i racconti  "senza tempo" furono creati coerentemente ad un contesto di realtà che influenzò notevolmente il mondo immaginario e le storie in esso contenute.
                            
Quello che trovo davvero interessante è il modo in cui questo senso del passato viene percepito dall’autore a dare forma al mondo immaginario e, più specificatamente, a condurre quel meta-dialogo tra fantasy e mondo reale. Trasciniamo sulla pagina le nostre sensibilità e questo può avere risvolti impressionanti. Per esempio, se l’ispirazione dell’autore ed il suo senso del passato provengono da un forte sentimento nostalgico, avremo il Signore degli Anelli. Se invece questo rapporto con il passato assume tratti confusi, traumatici ed è pervaso dalla disillusione, avremo il Ciclo della Compagnia Nera di Glen Cook.


[...]"Ci sono delle differenze tra il pubblico fantasy americano e quello europeo? È luogo comune ritenere che la cultura classica e, in misura ancora maggiore, la storia contemporanea abbiano una presa maggiore sui lettori americani grazie al loro fascino esotico, rispetto che sugli europei. Qual è la sua opinione in merito?
Questo è il mio punto di vista: dipende tutto dall’editore. Solitamente (ma non è certo un assioma), gli editori statunitensi sottovalutano le raffinatezze del loro pubblico: non fanno altro che soddisfare delle aspettative molto basse, pronti a giustificarsi additando le cifre del fatturato, ecc. Ma questa è la storia del serpente che si morde la coda, è un circolo vizioso. Proprio come nella scuola: se si pretende di più dai propri studenti essi si dimostreranno all’altezza delle aspettative. Se, al contrario, le pretese diminuiscono, essi riposeranno sugli allori con un bel sorriso beffardo dipinto in volto (è curioso notare quanti colleghi e quante università, i quali traggono profitto dall’istruzione, stiano effettivamente banalizzando i loro programmi, presumibilmente per attirare un numero maggiore di studenti e quindi di denaro, svalutando stupidamente la loro offerta formativa. È come un’inflazione inarrestabile, ma dei cervelli, non delle valute. E così i capi si compiacciono della micidiale pallottola d’oro da loro creata, proprio mentre stanno per fare fuoco, mirando alle loro stesse tempie).

Generalmente gli editori europei non sottovalutano i propri lettori (posso parlare solo del genere fantasy e, forse, della fantascienza: non sono in grado di esprimermi sul pantano di frivolerie, di libri-panacea e libri fai-da-te in cui metà del pianeta è ormai sprofondato).

Sembra che le discipline delle materie umanistiche come Storia, Latino e Greco non riescano più a stare al passo coi tempi. Siamo testimoni di un lento ma continuo crollo delle iscrizioni ai corsi umanistici delle università. La società d’oggi è interessata e richiede discipline più pratiche ed immediate, più vendibili. Quali sono i suoi pensieri in proposito? Da dove pensa abbia avuto origine questo processo e come potremmo fermare quest’involuzione?
Quando è lo sconforto a prevalere, vedo questa denigrazione delle materie umanistiche come un attacco consapevolmente sferrato alla democrazia: l’ultima cosa di cui hanno bisogno i governanti è una massa illuminata, scettica e ben istruita, persone che potrebbero interferire con la loro volontà di fotterci. Se  l’istruzione si riduce a business anche l’efficacia è misurata in termini economici da quei tecnocrati che non sarebbero in grado di riconoscere un testo latino nemmeno se ce l’avessero stampato in fronte. È questa la marmaglia che affolla le scuole di Business, la cui mancanza di un’istruzione “a tutto tondo” è causata dal sistema stesso della scuola secondaria in cui le specializzazioni arrivano troppo presto (c’è poi l’effetto opposto: spesso i giovani che si specializzano nelle materie umanistiche [che finiscono col diventare giornalisti, colonnisti, ecc.] mostrano una spaventosa ignoranza delle materie scientifiche che vengono guardate di sottecchi con disprezzo e scetticismo). A parer mio, si dovrebbe intraprendere una specializzazione il più tardi possibile. A dir la verità, una delle ragioni principali per cui siamo tornati in Canada quando nostro figlio aveva otto, nove anni, è proprio questa: non volevamo che diventasse uno di quegli idioti incapaci di vedere al di la del proprio naso, esperti di una materia ed in quell’unica materia soltanto [sto accusando il sistema scolastico inglese? Indubbiamente]. In Canada nostro figlio ha avuto un’educazione che spaziava dalla biologia alla musica, ha imparato chimica, fisica, matematica, storia, spagnolo e inglese, e quando all’ultimo momento ha deciso di cambiare percorso universitario, abbandonando ingegneria aereonautica per passare ad archeologia … beh, non c’è stato nessun problema. I giovani devono poter essere liberi di cambiare idea fino all’ultimo secondo possibile. E, scusate, non sono proprio le materie umanistiche da quattro soldi a sostenere i costosi programmi delle università e dei college? Toglietele e avrete ammazzato la gallina. Sono finite le uova d’oro, spiacenti.

Se non sono troppo abbattuto, tento di non pensarci affatto."

Ho concluso la mia parentesi. Tornerò ai libri. 

Elefanti Tristi

MA BASTAAAA!!!!

A pensarci bene non è per il clima di merda, per la politica degenerante e per il lavoro mancante che bisognerebbe scappare da questo paese, ma perché c'è ancora troppa gente che guarda e ammira programmi come "uomini e donne" e "il grande fratello"...e lo fanno anche guardare ai figli....appena nascono li mettono davanti alla tv a riempirsi il cervello di orribile mediocrità.
Ma che dico!!! Mediocrità è quasi un complimento!
Certe cose mi danno i brividi....vedere gente intelligente atrofizzarsi le sinapsi davanti a certe cose mi fa veramente paura!!!
Ci stanno rincoglionendo!!! O meglio, VI stanno rincoglionendo!!!
Ma non guardatele più certe cose....spegnete quella cazzo di TV anziché il cervello!!!!
Riprendetevi gli spazi che questa tv spazzatura vi ha rubato!
Fate un favore a voi stessi e all'umanità...aprite gli occhi!!!
E per citare il mio prof di cinema e teatro: "Piuttosto guardatevi un porno, trombate di più, ma non guardate queste oscenità!!!".
Basta dovevo sfogarmi perché quando vedo e sento gente che idolatra certe merdate palesemente create per lobotomizzarci mi viene la nausea CAZZO!!!
SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
Morbidi.

lunedì 14 gennaio 2013

POI VEDI LE FOTO DI UN OKAPI E CAPISCI CHE DIO ESISTE E CHE E' UN BAMBINO



Voglio dire, ma che animale è???
E' stupendo! E' Fantastico!
E' un mix fra una giraffa, una zebra, un cavallo e un cervo...Ah! Ha anche la faccia da delfino peloso. O.O
Una bestia del genere non può essere nata dal caso.
Andiamo! E' palesemente pensata, ragionata e disegnata....disegnata da un bambino.
Ricordo bene che da bambina giocavo tantissimo di fantasia ed ero sempre un animale diverso, un qualche essere inventato: l'incrocio perfettamente studiato tra vari animali esistenti o meglio, tra le parti migliori di vari animali realmente esistenti.
Da qui ne deriva che per me è chiaro che Dio (qualsivoglia Dio, con qualsivoglia nome) esiste ed è un bambino.
E' un bambino perché ha il cuore grande ed è fantasioso.
Disegna mondi incantati e creature favolose e poi le nasconde per farcele scoprire, per sorprenderci.
Crea cose belle e pure e predispone ogni cosa perché sia felice e faccia felice gli altri.
Essendo solo un bambino, però, le cose spesso gli sfuggono di mano...non vanno come avrebbe voluto e lui non può farci nulla.
Nulla salvo rimboccarsi le maniche e mettere nuove pedine belle e pure sul tabellone da gioco, ricominciare da capo e sperare che capitino buoni numeri e belle carte a tutti i giocatori.
Certo le montagne, il cielo, le stelle, i laghi, il sole, gli animali, le persone, le piante, i mari...sono tutte grandi invenzioni, ma la prova inconfutabile e incontrovertibile dell'esistenza di Dio, per me, è l'Okapi.

P.S. Oggi (questa notte o mattina...dipende dai punti di vista) mi sento buona e ottimista...anche con Lui.


Ah! Prima che me ne dimentichi....voglio questo peluches e se nessuno me lo compra mi incazzo come una iena. Capito??? (hOkAPIto....okok me ne vado!!!)





Morbidi.

venerdì 11 gennaio 2013

CHE PALLE!

CHE PALLE!!!






 Mmmm...si boh...oggi ho approfittato dei saldi.
Cosa che non faccio mai, ma questa volta necessitavo dei jeans che non superassero i 15 euro visto e considerato che quelli presi a Natale erano proprio una spesa fattibile SOLO E SOLTANTO a Natale (quasi 200 €...si lo so, lo so....non lo farò mai più, ma erano davvero divini).
Comunque me ne sono tornata a casa con un paio di skinny da 10€ e uno da 15€...e una magliettina carinissima......
E il fatto che io oggi abbia da raccontare più o meno solo questo fa intuire il motivo del mio scazzo -_-'.
Non sono una di quelle alle quali piace parlare solo e unicamente dei saldi e di scarpe...o borse di marca costosissime e che francamente fanno anche cagare il cazzo....Non so cosa ci trovi la gente, ma sono veramente soldi buttati nel cesso! Del tipo che a scuola di moda non ero la più brava in modello (però in design si...cazzo non mi batte NESSUNO), ma se me la faccio io una borsa così la cago fuori molto meglio e ci spendo al massimo 40€.
Certo anche io ho le mie fisse e i miei sfizi che vorrei togliermi, ma sono troppo maschia per certe cose (vorrei sottolineare che maschia non vuol dire NON femminile, vuol dire solo che non vivo in un mondo rosa confetto fatto di moda, manicure e acconciature all'ultimo grido).
Se non altro ero con Marta e Elefanti Tristi....vederle, quelle due babbazze,  fa sempre piacere. :)
Dai, dai mi tiro su dallo scoglionamento và!
Una cosa di cui sono contenta c'è: siamo arrivate a 4 follower....sembrano pochi, ma in realtà è già tanto.
Grazie a voi che ci leggete nonostante tutto! :D
Morbidi.

Ferma qui

Ciao Morbidi e altri esseri zannuti!

Sono tornata ormai da una settimana da un piccolo viaggio di otto giorni a Novi Sad, ma invece di abituarmi (ri-abituarmi) ai ritmi della vita di qua, alle mura di casa, alle vie che conosco fin troppo bene, alla stessa, solita gente.. mi sento sempre più fuori luogo, inadatta. Non sono più una teenager; questo sentimento mi ha accompagnata costantemente da che sono in vita. Niente di nuovo sul fronte occidentale, quindi. Ci ho ripensato parecchie volte e temo che in un certo qual modo centri qualcosa con il mio nome. Dannazione, mi dovevano proprio chiamare Barbara ("straniera")? Oddio, in tutta onestà mi piace, lo adoro e non potrei mai e poi mai associare il mio volto con un nome diverso dal mio. Ma boh, pensieri confusi, tutto qui. Una straniera strana, che si innamora più che delle persone, delle città che incontra. Le città, alcune di loro, hanno qualcosa di speciale. Mancano come pezzi di cuore. Sarò nata male io, ma sento il bisogno di tornare in certi posti, di restarci per un po', di respirare un'aria diversa, di imboccare delle vie più strette rispetto a quelle che si possono incontrare in Brianza, di ascoltare della gente che parla con una cadenza diversa..
Scrivevo l'anno scorso: "Ci sono città che mi mancano quasi fossero pezzi di cuore. Sono cresciuta in provincia, ho portato il mare nel cuore (il mare sassoso di Lavagna, per me non c’è maledizione peggiore di una distesa di sabbia. ESIGO I SASSI!) insieme ai carruggi stretti e colorati, a quella parlata cadenzata, a quei volti che non cambiano mai nonostante il susseguirsi delle stagioni. Quell’aria che rinfresca l’anima, ravviva il sorriso e avvolge il corpo quasi fosse un manto caldo, accogliente, materno. Corpo e anima straripano in una risata semplice e sincera mentre con una sola voce ripetono “sono a casa”.
{It feels like home to me, it feels like home to me, it feels like I’m all the way back where I come from
 It feels like home to me, it feels like home to me, it feels like I’m all the way back where I belong}
Sarà che quest’angolo di mondo custodisce i ricordi più belli della mia vita, sarà che solo a Lavagna tornano dei minuscoli frammenti di un passato che ho rimosso per non sentire più dolore. Tornano, levigati dalle onde chiassose e dolci del mio mare, i ricordi di un’infanzia cancellata, di un carattere diverso, di una donna che ho avuto la fortuna d’incontrare. Torna tutto a ricordarmi chi sono. E sono in pace, finalmente in pace.
Ecco insomma, per farla breve mi mancavano queste sensazioni. È come se sia legata a quella regione ad arco da fili invisibili, inconsistenti eppure indissolubili. Al contrario qui, in Lombardia, nel bel mezzo della Pianura Padana mi sento come costretta, in gabbia, obbligata a muovermi in realtà conosciute ed estranee in cui immancabilmente finisco col sentirmi fuori luogo. Renato scrisse poesie e libri sulla sua amata Brianza (dalla lontana e a suo modo europea San Francisco). Io da questo angolo opaco d’Italia, scrivo di un’isola verde e di quell’angolo di mare che vorrei fosse il mio mondo. Stessa famiglia, stessi problemi d’identità."

[Morbidi, ti chiedo un regalo di compleanno.. quando finisco gli esami.. ti va di farci un salto in giornata? occhioni dolci dolci.. quasi diabetici..]

E Novi Sad è una di quelle città. Quando dicevo che avrei preso un aereo per andare in Serbia a trovare un'amica mi ritrovavo a dover rispondere con un sorriso forzato ed una scrollata di spalle a degli sguardi contrariati. Probabilmente le loro memorie sono rimaste fossilizzate sull'ultima guerra. Beh, non che Belgrado sia molto meglio di quanto un occidentale possa immaginarlo. Ma ciò che più mi stupisce di quella terra, in cui tutto (dalla musica alla cucina, dalle forme degli edifici alla lingua) è una via di mezzo tra la cultura europea e quella turca, è la sua gente. Sono le persone. Certo, è vero, è un paese povero. Le case di Belgrado e Novi Sad sono fatiscenti, grigie, le strade sono sporche e piene di buchi (ma questo fattore non ci è poi così estraneo). Tutto sembra crollare. Dall'esterno, almeno. Appena varchi la soglia di una di quelle case capisci che ciò che conta è il contenuto. Muri perfettamente imbiancati, mobili antichi, tradizioni che vivono in ogni dipinto appeso alle pareti. L'immancabile pianoforte. E le persone sono così: calde, accoglienti, ma semplici e banali (forse) in apparenza. Con una cultura musicale sorprendente. Gente che al posto di andare in discoteca si reca in locali che suonano musica dal vivo, o va ad un concerto di un cantante nazionale (che è riuscito a coinvolgere anche me..nonostante non capissi una singola parola..).

L'ennisimo posto in cui potrei vivere.

Voglio vedere la Vojvodina d'estate (e prendere quel pullman che parte da Milano e arriva fino a Novi Sad.. 15h di viaggio)..

Un barrito!

Elefanti Tristi


giovedì 10 gennaio 2013

VI RACCONTO LA STORIA DELLE NOCI

Già che ci sono ve la racconto.
Non è una fiaba e nemmeno una favola.
E' una storia vera...su cose che succedono ultimamente a casa mia.
E (so che non si comincia un periodo con "e", ma oggi ho deciso che mi prenderò questa licenza poetica) nonostante io sia fermamente convinta d'essere pazza, non sono comunque al livello di vedere cose che non ci sono.
Prima della storia delle noci devo fare un passo indietro e farvi qualche premessa.
Dunque...in casa mia c'è sempre stata mia mamma, la quale ha la fissa di mettere via ogni cosa che trova in giro.
Non importa se la stai usando in quel preciso istante, se l'hai dimenticata o se te la sei appena preparata li sulla mensola per non dimenticarti di portarla via...
NON IMPORTA. Lei la prende, la impacchetta e la mette via.
Che problema c'è? Riordina la casa direte voi...
NO...lei non mette le cose al loro posto, le mette dove le capita...in armadi e cassetti altrui dove tu non andresti mai a cercare una cosa tua e la cosa bella è che una frazione di secondo dopo non ricorda minimamente dove abbia riposto il tutto.
Detto ciò, in casa nostra è sempre stato così....le cose sparivano e dopo un paio di giorni le ritrovavi.
Anche se in cassetti o armadi altrui, comunque le ritrovavi in un posto della casa atto a contenere cose.
Da qualche mese, invece, le cose spariscono e saltano fuori dopo settimane in posti inconcepibili...
Ad esempio sopra un armadio altissimo dove l'unica cosa che regna da sempre indisturbata è Acaropia e i suoi cumuli di polvere.
Per dirvene un'altra un po' più bizzarra, un paio di volte mi è successo di non trovare più il mio orecchino tondo e grande da pirata (l'unico che tolgo prima di andare a letto) e di ritrovarlo una settimana dopo in cortile...in un punto ben preciso del cortile O.O .
La stessa cosa mi è successa con un portachiavi pterodattilo tutto masticato da Mina...la mia ratta appiccicosa e anche da Izzy...la mia gatta-cagna anche lei appiccicosa.
Ok...vi dico subito che NO, mia mamma non sta uscendo di testa e fa cose strane...o meglio si, ma si chiama menopausa e si tratta di stranezze diverse da queste.
A questi eventi si aggiunge mio padre che racconta di essersi alzato per andare a bere di notte e di aver visto, tra la porta della loro camera e il corridoio che dà sulla sala, un'ombra antropomorfa muoversi distorcendo la realtà circostante come quando in estate fa caldissimo e dall'asfalto potete vedere chiaramente il calore salire rendendo tutto ondulato. Presente?
Al che, dopo aver preso per il culo mio padre, si verifica il sinistro evento delle noci.
Prima di cena, tipo a Novembre, mio padre posa un paio di noci sul tavolo della sala.
Proprio al centro del tavolone quadrato.
Le noci se ne stanno li immobili per tutta la sera (strano che i gatti non le abbiano notate)....i miei vanno a dormire e io mi metto a guardare un film sul divano con le  cuffie nelle orecchie, la copertina verde addosso e sopra quella tutti e sei i miei grassi gatti.
Alle 3:00 di notte sento un rumore, mi tolgo le cuffie e mi guardo in giro.
Le noci non erano più sul tavolo.
Erano cadute una da una parte e l'altra dall'altra parte del tavolo.
La prima cosa che controllo sono i gatti...
I gatti erano ancora tutti e sei sul divano, mezzi addormentati e anche un po' contrariati per essere stati svegliati di botto dalla sottoscritta.
La seconda cosa che controllo è il lampadario. IMMOBILE.
Niente terremoto.
Allora ripenso agli orecchini e alla storia di mio padre e mi vengono i birvidi.
Chiamo mia mamma, la sveglio e le dico: "Ma...le noci sono cadute da sole....".
E lei: "Non è possibile, saranno stati i gatti...".
Al che io replico: "No dormono tutti e sei sul divano".
E lei: "Ah....".
Secondo me sono venuti i brividi anche a lei.
Questa era la storia delle noci, ma è seguita anche quella della porta scorrevole della camera dei ratti che si apre e si richiude da sola, quella di mia madre che dice cose strane e senza senso guardando fuori dalla finestra come se fosse posseduta e quella di poco fa...di quella cosa che ho visto muoversi sotto il copriletto della camera dei miei.
Come se ci fosse sotto quel pirla di Bruco (uno dei miei sei gatti), ma Bruco non c'era e nemmeno Bert o Izzy o Bastet o Mirò o Elvis....
Capirete bene perché non dormo un cazzo di notte!
Morbidi.

mercoledì 9 gennaio 2013

DOPO TOT Kg I LEGGINS DOVREBBERO ESSERE VIETATI PER LEGGE!

Detto ciò il post che scriverò non ha niente a che vedere col titolo.
NIENTE.
Settimana prossima, se Dio vuole, riprendo finalmente a fare le prove con la nuova band...la MIA nuova band.
Stiamo ancora cercando il batterista, ma va bene così...è l'ultimo componente da cercare perché a conti fatti è meglio presentargli da subito pezzi inediti sui quali lavorare e non delle maledettissime cover.
Dico finalmente perché aspettavo dietro le quinte da alcuni mesi...dopo che si sono sciolti gli Angry Dog e con loro (ma non definitivamente) le mie prime speranze, la mia voglia di mettermi in gioco, i miei ideali e la mia autostima.
Tutte cose che avevo messo insieme con fatica, soprattutto l'autostima e la faccia di culo perché sono una persona abbastanza timida in realtà e l'idea di cantare davanti a gente nuova che non conosco istintivamente mi atterrisce anche se, poi, viene in aiuto la ragione che mi porta a farmi un coraggio perché una cantante, per essere tale, deve avere un pubblico...altrimenti è soltanto una persona alla quale piace cantare.
Gli Angry Dog e i miei tanti sforzi sono andati in frantumi in primo luogo per via di tutti i batteristi che abbiamo cambiato prima di trovare quello perfetto che, però, ci ha mollati dopo un po' perché si è sposato e in secondo luogo per altre varie vicissitudini fra le quali il fatto che il secondo chitarrista (il primo era mio cugino) e il bassista appena entrati nel gruppo avevano in mente una sola cosa: farsi me.
In particolare il chitarrista voleva farmisi...eh si nonostante lui ora neghi tutto, ci provava in tutti i modi....faceva il carino, mi stava addosso, mi scriveva in chat su facebook, faceva il brillante e il misterioso fino a quando non ha capito che il mio unico interesse, oltre alla musica e al gruppo chiaramente, era quello di farmi il bassista...
Da li è partita l'acidità totale...improvvisamente non ero più poi così bella, così brava, così fantastica...
Insomma diciamo pure che ormai ero meno di una merda (la volpe e l'uva)...passava le giornate a dire che io e il bassista (mio attuale ragazzo) ci saremmo lasciati e avremmo distrutto il gruppo, ma la realtà è che io e il bassista non volevamo lasciarci e nemmeno distruggere il gruppo...
Eravamo tutti tranquilli...tutti tranne lui...insomma je rodeva anche se, come già detto, non lo ammetterà mai.
Fatto sta che si era coalizzato col nuovo batterista dell'epoca contro di me....ogni cosa che facevo a loro non andava bene, eppure io ero sempre la stessa, stessa voce, stesso stile, stesse idee...
Beh insomma alla fine ho mandato via il batterista per cercare di ritornare ad una fase d'equilibrio fra noi e il secondo chitarrista. Ho trovato un altro batterista...quello perfetto e le cose cominciavano a funzionare.
Ma il clima ormai s'era guastato...la mia autostima era minata così come la voglia di fare degli altri.
Quando il batterista perfetto ci ha lasciati dicendo che da sposato non poteva più stare dietro al gruppo, noi altri (io, il bassista,  e i due chitarristi), di comune accordo, abbiamo deciso di scioglierci.
Se a una persona non piace suonare e/o cantare non sa cosa significa sciogliere la propria band.
Ci ho messo mesi a superare l'amarezza per non essere riuscita nemmeno a tenerla in piedi, ma adesso la voglia di musica è tornata a farsi sentire...è più forte della delusione e dell'insicurezza e pretende d'essere assecondata.
Questa volta i membri, batterista inesistente a parte, sono scelti, anzi SCELTISSIMI...sono amici fidati, persone che conosco e che hanno la mia stessa idea di base su cosa sia un gruppo e su come debbano essere le dinamiche al suo interno.
Gente che come me vuole solo fare musica e divertirsi , metterci l'anima e non le magagne ed essere come una famiglia non come un lavoro.
Tutto questo per dire che sono felice di riprendere col gruppo...sono felice che qualcosa si smuova di nuovo nella mia vita...uno dei miei tanti nuovi blocchi sta per sbloccarsi e chissà che assieme a quello se ne sblocchino altri..... :)
Rock 'n' Roll!!! Sempre e comunque!
Morbidi.

martedì 8 gennaio 2013

NATA IL 13 DICEMBRE

A volte mi ritrovo a pensare che sono fortunata...
Fortunata perché sono nata il 13 Dicembre.
Un numero che mi piace.
Un mese che mi piace, nonostante non ami più di tanto l'inverno (anche se il 13 è ancora autunno).
Anche l'anno mi piace: 1991...sono nata nel '900. E' una bella fortuna considerando che, a mio parere, dal 2000 in poi qualcosa è andato storto...
Qualcosa è andato storto nelle generazioni, nella gente, nella musica....mah
Fortunata perché nel '91 il rock non era ancora del tutto deceduto e i film, i programmi, i libri, gli insegnamenti erano ancora veri, carini, belli, stupidi, decenti, intelligenti o meravigliosi, ma comunque sia veri.
Fortunata perché essendo nata nel '91 a 12/ 13 anni pensavo ancora a giocare con i giocattoli e la fantasia...e non con gli attributi di ragazzini più grandi di me.
Fortunata perché ho un fratello che nel '91, quando lui aveva già otto anni e mezzo, era arrivato ad avere una super-mega collezione di cose riguardanti "Conan il Barbaro" e ad adorarlo tanto da chiamarmi come la donna di Conan: Valeria.
Un film che mi piace ed è anche il mio film preferito (nonostante non sia elevato come l'altro tanto amato "attimo fuggente").
Un nome che mi piace.
Fortunata perché NON mi hanno chiamata Valentina (fiuuuu)!
Fortunata perché come secondo nome mi hanno dato quello della mia nonna materna che non ho mai conosciuto: Ester...che significa stella in ebraico anche se nessuno nella mia famiglia è ebreo O.o (comunque a quanto pare è ebraico).
Fortunata perché sono un Sagittario e della terza decade anche...e soltanto un altro Sagittario sa che figata sia essere un Sagittario!
Fortunata perché sono ascendente scorpione...e solo un altro SAGITTARIO sa che figata sia essere ascendente scorpione ed essere, in questo modo, l'incarnazione del male e della follia pura MUAHAHAHAHAHHAHAH.
Fortunata perché ho gli occhi verdi che quando c'è tanto sole diventano gialli e sembrano quelli di un lupo...o di un serpente (come dice il fratello di Elefanti Tristi).
Fortunata perché solo due persone in 21 anni di vita non hanno notato i miei scintillanti occhi verdi scambiandoli una per castani e l'altra per azzurri (DALTONICI!!!).
Fortunata perché sono bionda...e probabilmente molto stupida, ma di una stupidità diversa da quella che viene solitamente attribuita alle bionde.
Fortunata perché in genere, volente o nolente, faccio ridere i miei amici e sapere d'essere io il giullare di corte che strappa loro una risata anche quando sono giù mi onora.
Fortunata perché mi piace scrivere anche se ogni volta che arrivo a metà di un racconto mi blocco e ne inizio un altro col risultato che sono piena di mezzi racconti e mezzi romanzi, mai finiti né pubblicati.
Fortunata perché scrivere mi aiuta a non smettere di sognare e non smettere di sognare mi aiuta a crescere senza invecchiare.
Fortunata perché voglio vivere di musica, disegni, di fiori e di parole anche quando gli altri non mi capiscono o mi sottovalutano.
Fortunata perché in fondo, in fondo e a giorni alterni essere me mi piace.  : )
Morbidi.






P.S. Elefanti Tristi è tornata quindi presto riavremo anche i suoi post!!!

domenica 6 gennaio 2013

LO SCIOPERO DI GENNAIO

Ecco ed è arrivata l'Epifania che tutte le feste porta via...ma in cambio ti lascia delle caramelle che non mangerai mai.
E io come ogni anno dico: "COL CULO!".
Quest'anno, però, ho anche deciso di fare lo sciopero di Gennaio.
Ovvero mi rifiuto categoricamente di disfare l'albero.
Dove sta scritto che io domani devo mettermi a smontare questo cosino allegro che si illumina e mi rende felice???
Non credo che entri qualcuno con la forza in casa mia deciso ad incendiarmi l'alberello se non disfo quest'ultimo quando lo fanno tutti gli altri, no???
Ecco allora io me lo tengo...almeno per un po'.
Così, giusto per rendere più sopportabile parte di questo mese, Gennaio, che detesto con tutta me stessa.
Poi per quanto riguarda Febbraio troverò qualche altro modo per passare quest'altro mese merdosissimo che per fortuna, però, è un po' meno lungo di Gennaio.
Ho bisogno delle candeline sulla mensola della sala e delle luci dell'albero che si vedono già dal parcheggio ancora per un po'.
Finiscono sempre troppo in fretta queste vacanze e ogni volta non riesco a carpirne e a trattenerne l'atmosfera e visto che non posso tornare bambina ho deciso di prolungare la permanenza dell'albero in casa mia.
Ok immagino sia l'inizio di un problema psicologico piuttosto grave, ma per il momento ridiamoci su!
Buona Epifania a tutti!
Morbidi.


P.S. e mentre i 6 gatti hanno festeggiato distruggendo ogni notte l'albero e portando per tutta la casa le palline, le 5 ratte si sono mangiate un alberello gastronomico improvvisato solo per loro :)



sabato 5 gennaio 2013

OMMIODDIOMIODDIOMIODDIO SU SKY RIDANNO QUANTUM LEAP!!!!!

Noooooooooooooooo ridanno Quantum Leap su Sky!!!
Sono le vacanze di Natale più belle di sempre!!! Non ci posso credere! Nemmeno lo sapevo e mi sono persa le prime due stagioni :(
Ok non importa, non importa...sono già tutte nella mia testa, ma adesso non posso più perdermelo...
Ma ti pare che a quest'ora devono farlo???
E' il telefilm più bello di sempre....anche di Mc Gyver e con questo ho detto tutto!
*__________________________________*

Ok cooomunque parliamo di cose più serie: Abbiamo anche il primo follower che ringrazio di cuore a nome di entrambe (mio e di Elefanti Morbidi)!!!
Ero venuta qui per scrivere di vecchi ricordi e vecchie speranze e anche di ragazzine, ma più che altro bambine di oggi che sono già donne navigate....
Poi, però, ho visto che danno Quantum Leap e ho resettato tutto...Ho anche fatto spaventare i coniglietti del mio ragazzo....
Quindi mi spiace, ma questo post particolare lo lascio per domani sera.
Vado che inizia!!!!
:D che emozioneeeee!!!!
Ciao!
Morbidi.

mercoledì 2 gennaio 2013

IL PRIMO COMMENTO SENSATO SU "ELEFANTI TRISTI & MORBIDI"

Sono qui felice come una Pasqua e orgogliosa come una deficiente per aver finalmente ricevuto il primo e tanto atteso commentino ad uno dei post di questo neo-blog.
Lo sarà di sicuro anche Elefanti Tristi quando farà ritorno dalla Serbia e col mio stesso stupore vedrà che qualcuno ha cagato "Elefanti Tristi & Morbidi". XD
Si sembra scema come cosa, ma un commento che non sia scritto da una di noi due va ben al di là delle nostre più rosee aspettative...eheheh
Insomma un traguardo.
Si c'era già stato un primissimo commento da terzi...ma era uno di quelli che più che altro fanno propaganda al proprio blog che per altro sono andata a visitare con scarsi risultati perchè non mi apriva la pagina :\ e quindi niente...è passato in secondo piano.
Il primissimo vero commento è stato di Patalice che con il SUO di blog sta spargendo clima festoso e natalizio ovunque come la peste...Il che è un bene fra le altre cose! :)
Eh si ci sto facendo un post....lo so, mi esalto per poco, ma in fondo è come ricevere dei complimenti riguardo la propria creatura...come non esaltarsi???


Cooomunque tornando al frangione molto probabilmente me lo farò per due motivi in particolare:
1) La scelta è mia, i capelli sono miei e nessuno può venirmi a dire di non farlo solo perché vuole farmi diventare una persona statica e senza palle come lui/lei che non ha mai curiosità e/o coraggio di cambiare un po'.
2) Il frangione me lo faccio bello lungo, oltre le sopracciglia quindi se proprio non mi ci vedo basta che me lo rimetto di lato e il ciuffone ricresce in un attimo.

Per ultima cosa scriverò del mio piccolo (o forse grande) problemino che devo assolutamente risolvere...ovvero il terrore della macchina.
Si, ho la patente e SO guidare perché giuro di saperlo fare davvero.
Il problema è che ho una paura fottuta degli altri in macchina....vedo gente fare manovre spericolate e cose allucinanti che nemmeno in un film si salverebbero, gente sempre nervosissima che non è in grado di sopportare quella frazione di secondo in più nel tempo di reazione degli altri e già attacca a suonare a caso in località e situazioni nelle quali non si potrebbe nemmeno.
Sento gente che ha preso la patente prima di me e che guida già da un pezzo dire al mondo le loro assurde teorie su come avevano ragione loro quando questo o quello gli suonavano, su come loro fanno sempre quella manovra infattibile, sbagliatissima e pericolosissima continuando a sostenere che si faccia così e che a scuola guida l'hanno imparata in quel modo....
Ma dove cazzo sono andati questi a scuola guida??? No cioè...questi soggetti (che sono anche miei amici in alcuni gravi e irrecuperabili casi) sono la fuori! Girano a piede libero e e sono sempre più potenziali cause di incidenti apocalittici.
Io mi cago in mano....non ci riesco proprio a non pensarci...a non pensare al fatto che ogni volta che mi metto al volante rischio la mia vita per colpa di qualche pazzo al quale è capitato l'esaminatore bonario oppure distratto che non li cagava minimamente.
Risultato: non prendo quasi mai la macchina col risultato che ogni volta che ci rimetto piede sono ancora meno convinta e più agitata delle precedenti.
Da sola non l'ho ancora mai presa perché l'idea di andare la fuori da sola, tra l'altro con quella lattina di vecchia Panda, mi atterrisce ancor di più.
E quindi? Come superare questo blocco? Non lo so proprio....
Cosa fai ora senza macchina? Ci sono i mezzi pubblici direte voi....si, ma anche no...perché finché si tratta di un autobus ci riesco ancora, ma di treni e metropolitane non capisco una beat mazza.
Sono un caso disperato di angoscia patologica totale.
Io mi perdo, mi perdo anche in casa mia....l'unico posto dove sto bene è al lago dove posso girare in bici oppure in macchina tanto più o meno la strada è sempre dritta, deserta e la conosco come me stessa e la gente è più rilassata (forse per via del panorama, chi lo sa?).
Insomma questo è uno dei miei problemi esistenziali e ancora non ho capito come risolverlo...Un modo, però, bisogna trovarlo.
Mah!
Dopo questo resta da risolvere il mio problema con l'autorità e la disciplina che mi crea seri problemi al pensiero di mettermi a lavorare sotto qualcuno, un capo che mi "comanda".
Il problemuccio piccolino-ino è che il mondo del lavoro è così che va....e io devo farmela passare in fretta 'sta cosa cazzus!
A meno che non mi apro un'attività mia, cosa che mi piacerebbe molto, non posso non piegarmi alle regole del mondo...Ma non mi sento pronta ad accettarle...
Forse dovrei andare da uno psicologo o, ancor meglio, da uno psichiatra.
Ho dei problemi seri che prima non avevo...son venuti fuori ora così dal nulla, ora che ho realizzato che non sono più a scuola col culo parato, ma sono in mezzo al mondo e una mossa me la devo dare.
:\
Mi sento vagamente persa....oh God! O.O aiuto...
Morbidi.